Fascia e mal di schiena

18.06.2013 10:15

  

 

  

 

CONCETTO DI FASCIA

Quando si pensa ai sistemi di comunicazione del corpo umano, può venire in mente il sistema nervoso, circolatorio o il sistema immunitario.

Oltre ad essi, esiste un sistema ad alta velocità che conduce energia e mette in comunicazione tutto l’organismo. Esso è definito "matrice extracellulare" o “fascia” e le interazioni che si verificano al suo interno, sono fondamentali per la vita. (Szent-Gyorgy, 1941). Tra le sostanze strutturali più importanti di tale matrice vi è il collagene, ingrediente fondamentale del “tessuto connettivo”, a sua volta fondamentale per la costituzione di ossa, tendini, legamenti, cartilagine e la fascia nel suo insieme. (Hutchinson, 1956).

La configurazione locale del tessuto connettivo determina inoltre la forma somatica complessiva del corpo, così come l’architettura e le proprietà meccaniche e funzionali di tutti gli organi che sono rivestiti e separati l’uno dall’altro da tale tessuto. Si viene così a formare un continuum interconnesso, come una rete, che comprende tutto il corpo vivente e che influenza i movimenti, fino a quelli delle sue più piccole parti, generati dalle tensioni che si trasmettono attraverso tale rete tissutale,. (Oschman, 2012).

 

“La fascia costituisce uno dei più grandi problemi da risolvere, se non il più grande, per quanto concerne il suo ruolo nella vita e nella morte. Essa avvolge ogni muscolo, vena, nervo e tutti gli organi dell’organismo. È quasi una rete di nervi, cellule e canali quella che a essa arriva e da essa si diparte. Senza dubbio, è attraversata e riempita da milioni di centri nervosi e fibre, al fine di proseguire l’opera di secrezione ed escrezione dei fluidi vitali e distruttivi. Grazie alla sua azione viviamo, e per una sua anomalia ci assottigliamo, ci gonfiamo e moriamo” (Still, 1897. Autobiografia. Ed. Castello. Anno, 2000, pp.295-296).

 

Seguendo le definizioni di Willard (2007), possiamo dividere la fascia in:

  • Panniculare
  • Assiale o appendicolare
  • Viscerale
  •  Meningea

 

 

La relazione di continuità in tutto il corpo della fascia è data dalla sua architettura trabecolare che permette la comunicazione tra superficie e profondità e dalla presenza di recettori, tra cui annoveriamo:

  • Nocicettori
  • Chemocettori
  • Termocettori
  • Meccanocettori

Inoltre, i materiali componenti la fascia sono semiconduttori e danno luogo alla “piezoelettricità”, dal greco “elettricità per compressione” (Oschman, 2012). Grazie alla piezoelettricità ogni movimento, pressione e tensione in un punto qualsiasi del corpo, genera una varietà di segnali bioelettrici oscillanti (o micro-correnti) e altri tipi di segnale che vengono diffusi in tutti i tessuti e condotti anche alle cellule per mezzo della continuità con lo spazio intracellulare. Questo aspetto risulta essere fondamentale perché i processi di movimento e migrazione cellulare, sono fondamentali nella guarigione delle lesioni e nella difesa dalle malattie. In particolare, vi è una classe di molecole chiamate "integrine", che rivestono un ruolo fondamentale nella comunicazione dell’informazione in entrambe le direzioni tra l’ambiente intracellulare e il sistema di tessuto connettivo in cui le cellule sono residenti. (Horowitz, 1997). Così ogni singola cellula sa ciò che sta facendo ogni altra cellula e questo permette alle diverse parti dell’organismo di essere coordinate nelle loro funzioni e di cooperare efficientemente.

Inoltre la fascia è anche il mezzo nel quale il corpo registra la storia dei traumi e dei successivi adattamenti, essendo condizionato dall’influsso fisico della forza di gravità, dalle risposte alle emozioni e dagli stati psicologici cronici (Rolf , 1962.).

Questo rapporto di comunicazione e continuità fra tutte le parti del sistema uomo, può far comprendere come agire sul corpo in un punto equivale ad entrare in comunicazione con l’intero organismo. (Oschman, 2012).      

 

RELAZIONI CON IL MAL DI SCHIENA

Nell’80% dei casi di mal di schiena di tipo idiopatico, si è visto che il corpo rilascia determinate sostanze quando è sotto stress e che la fascia reagisce a tali sostanze contraendosi. Più lo stress è pressante più la fascia si contrae, indipendentemente dalla contrazione muscolare. Abbiamo visto che la fascia è popolata da recettori e terminazioni nervose e che quindi può trasmettere dolore. In pazienti con dolore alla schiena, nella zona lombare soprattutto, la fascia è evidentemente ispessita e c’è una maggior sensibilità al dolore in quell’area. La perdita di elasticità e l’aumento della rigidità, suscitano nell’area maggior irritazione e peggioramento della funzionalità meccanica. Anche la presenza di aderenze dopo interventi chirurgici può danneggiare il tessuto, provocando, nel tempo, scompenso posturale. Spesso infatti  la struttura e la componente acquosa della fascia può cambiare, addensandosi e divenendo più spessa e provocando  dolore perché inglobate nelle fibre della fascia troviamo delicate terminazioni nervose, come rami di un albero, che arrivano sino alla profondità del tessuto e che potrebbero risultare compresse, condizionando anche le cellule immunitarie nel loro lavoro di drenaggio e smaltimento delle scorie.

Un addensamento fasciale può quindi comprimere le varie strutture ed in caso di stress prolungato il tessuto connettivo reagisce perdendo elasticità e coinvolgendo tutto quello che è connesso a questo nodo di tensione.

Così sforzi muscolari intensi possono ancor più irritare tali strutture bersagliando i muscoli e la fascia, mentre una gentile manipolazione ed un esercizio fisico mirato a far muovere i muscoli in modo fluido senza bloccarli, potrebbero aiutare il fluido funzionamento del sistema miofasciale, con un effetto positivo sul dolore.

BIBLIOGRAFIA

  • Szent-Gyorgy, A. (1941). Toward a new biochemistry? Science, vol.93, pp.609-611.
  • Szent-Gyorgy, A. (1941). The study of energy levels in biochemistry. Nature, vol. 148, pp.157-159.
  • Hutchinson, C., Koop, C.E. (1956). Lines of cleavage in the skin of the newborn infant. Anatomical Record, vol.126, pp.299-310.
  • Still, A., T. (2000). Autobiografia. Ed.: Catello Editore.
  • Willard FH. (2007). The muscular, ligamentous, and neural structure of the lumbosacrum and its relationship to low back pain. In: Vleeming A, Mooney V, Stoeckart R, editors. Movement, Stability & Lumbopelvic Pain. 2nd edn. Edinburgh: Churchill Livingstone Elsevier; 2007. pp. 5–45. 
  • Willard, F.H., Vleeming, A. et al. (2012). The thoracolumbar fascia: anatomy, function and clinical considerations. In Journal of Anatomy, 221(6): 507–536. Doi: 10.1111/j.1469-7580.2012.01511.x.
  • Oschman, J. (2012). Medicina energetica. Per le terapie e per migliorare le performance fisiche. Ed.: Macro.
  • Horowitz, A.F. (1997). Integrins and health. Discovered only recently, these adhesive cell surface molecules have quickly revealed themselves to be critical to proper functioning of the body and to life itself. Scientific American, vol.276, pp. 68-75.
  • Rolf, I.P. (1962). Structural integration. Gravity: an unexplored factor in a more human use of human beings. Journal of the Institute for the Compaative Study of History, Philosophy and the Sciences, vol. 1, pp.3-20.